Cosa significa interpretare? In sostanza interpretare significa capire, dare un senso e riuscire ad esporlo. Ogni interpretazione, però, implica necessariamente l’esistenza di due elementi: da un lato c’è un oggetto che deve essere interpretato, e dall’altro un soggetto che sta interpretando. Il processo interpretativo, quindi, è il risultato dell’incontro di queste due diverse dimensioni che si intersecano: quella soggettiva e quella oggettiva.
Un rapporto dialettico tra soggettività e oggettività
Un rapporto dialettico tra soggettività e oggettività
Se all’interno della sua interpretazione il soggetto non aggiunge nulla di significativo a ciò che è immediatamente visibile nel testo scritto, nel discorso orale o all’interno di qualsiasi elemento preso in considerazione, allora l’interpretazione si riduce ad una sterile e piatta riproposizione di elementi superficiali. In questo caso, quando la parte soggettiva è minima oppure assente, ci troviamo di fronte a una “sotto-interpretazione”. Al contrario, quando il soggetto si spinge un po’ troppo oltre nell’interpretazione, ad esempio proponendo osservazioni che non trovano riscontro nel testo e che difficilmente possono essere sostenute sulla base degli elementi oggettivi in esso riconoscibili, l’interpretazione ha a che fare più con ciò che è soltanto possibile piuttosto che con ciò che è probabile. In questo caso, dunque, l’interpretazione risulta un po’ troppo libera e “stiracchiata”, e parliamo allora di “sovra-interpretazione”. Se, invece, il soggetto propone idee che non hanno nulla a che vedere con l’opera, o perché c’è un fraintendimento, o perché l’immaginazione dell’interprete è andata troppo oltre la “realtà oggettiva” dell’oggetto in questione, allora non soltanto sussiste uno scarto tra l’interpretazione e l’oggetto interpretato, ma anche un grave tradimento del testo o del fenomeno considerato. In questo caso, dunque, si parla di interpretazione errata.
Un prezioso aiuto in molti campi
Un prezioso aiuto in molti campi
Ma quando la rivisitazione soggettiva della storia riesce a trovare un equilibrio con l’oggetto e lo arricchisce facendo emergere elementi fino ad allora nascosti o confusi, abbiamo allora un’interpretazione che possiamo ritenere accettabile. In definitiva, per ogni oggetto esistono molteplici interpretazioni valide e accettabili, il che significa che non esiste un’interpretazione “giusta” o assoluta, ma solo interpretazioni più o meno sensate. Sviluppare la capacità di interpretazione è sicuramente molto utile per chi svolge una professione strettamente intellettuale, come potrebbe essere un filologo, un traduttore, piuttosto che un insegnante o chi si occupa di comunicazione. In generale, però, è molto prezioso che chiunque abbia interesse a migliorare la sua capacità di comprensione degli altri, di sé e della realtà circostante.